La violenza sulle lesbiche negli spazi pubblici

VROOOM! – da Buffy the Vampire Slayer (1992)

Pubblico di seguito un volantino prodotto qualche anno fa da MFLA – Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Radio Onda Rossa. I materiali che parlano di violenza contro le lesbiche sono pochi quindi con piacere lo diffondo anche se i dati sono da aggiornare (ma il discorso resta valido). Questa analisi mette in luce una questione che non si sottolinea abbastanza, e cioè che il nostro primo problema, l’invisibilità, è essa stessa una forma di violenza.

Voglio accompagnare il documento, oltre che con un fantastico video di Buffy, con questa frase: <<Come gruppo lesbico riteniamo che la lesbofobia è alimentata anche dalle femministe istituzionalizzate e non che agiscono persuase che sia inopportuno utilizzare il termine lesbica perchè deterrente verso l’avvicinamento di altre donne, dimostrando quindi di ignorare radicalmente il valore politico della visibilità.>> da “Lesbofobia – I mandanti, gli esecutori” a cura di Fuoricampo Lesbian Group.

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È nell’interesse di tutte le donne lottare contro

le violenze contro le lesbiche

definiamo come “violenza” tutti quegli strumenti di potere e di controllo, tutti quei comportamenti e quelle strutture che hanno un impatto negativo sul benessere e sulla salute spirituale, mentale e fisica delle persone.

Le violenze contro le lesbiche includono le molestie verbali e sessuali, gli stupri, così come la non accettazione, il rifiuto pubblico, l’esclusione dal mercato del lavoro, dal sistema di assistenza media o sociale, etc.

Le violenze contro le lesbiche non possono essere considerate solo come aggressioni individuali. Le violenze contro le lesbiche devono essere considerate non come una violazione della norma, ma come un prolungamento della norma sociale stessa, che manifesta e rinforza l’ineguaglianza di potere. 

Le lesbiche non corrispondono alla norma della maggioranza, vengono quindi punite per il loro non-conformismo e per la loro identità specifica.

E questo si manifesta sia a livello individuale, sia a livello sociale.

La relazione stretta tra sesso (biologico) e genere (ruoli sociali assegnati al sesso biologico) è una costituente importante delle relazioni etero sessiste di potere.

A livello sociale, economico e culturale vige la norma dell’eterosessualità obbligatoria, che garantisce attraverso la violenza, che le donne siano e restino disponibili per gli uomini e per riprodurre il mondo degli uomini.

Le lesbiche non sono solamente punite perché non corrispondono alla norma eterosessuale, ma la violenza è allo stesso tempo perpetrata per ricondurle con la forza all’interno della relazione eterosessuale obbligatoria, per rimetterle nel ruolo assegnato al loro sesso.

I dati della violenza contro le lesbiche

Riportiamo i dati di due ricerche effettuate in Germania nel 1999 e 2000.

I dati si riferiscono alle violenze fatte alle lesbiche a causa della loro omosessualità, non includono le violenze subite sulla base del sesso, dell’origine etnica, dell’età, della religione, delle capacità fisiche, etc. non includono neanche le violenze fatte a donne etero prese per lesbiche:

  • il 98% delle lesbiche ha vissuto violenze lesbofobiche;
  • il 24% delle lesbiche ha vissuto violenze fisiche: ferite, spintona menti, lancio di oggetti, etc. di cui il 6% ha subito aggressioni armate;
  • il 98% delle lesbiche ha vissuto violenze psicologiche: insulti, umiliazioni, scherzi, minacce, esclusione, negazione o messa in discussione delle capacità professionali;
  • le violenze sessuali hanno colpito il 44% delle lesbiche: attenzioni non volute, palpeggiamenti, molestie e stupri.

Per quanto riguarda gli aggressori, la grande maggioranza sono uomini, di cui:

  • il 58% sono sconosciuti,
  • il 13% vicini,
  • il 10% conoscenti,
  • il 5% ex-mariti.
  • la metà degli aggressori ha meno di 30 anni,
  • nel 34% dei casi l’aggressore è solo,
  • e nel 43% si tratta di un piccolo gruppo di aggressori, da 2 a 4 uomini.

Secondo questi dati, le lesbiche che vivono apertamente il loro lesbismo sono maggiormente esposte alle violenze. C’è una differenza significativa tra le violenze verso le donne etero e quelle verso le lesbiche.

La maggior parte delle violenze fisiche contro le donne etero avvengono nella sfera privata e sono agite da uomini che esse conoscono.

Mentre le violenze fisiche contro le lesbiche avvengono più spesso nella sfera pubblica e sono perpetrate da sconosciuti.

Le donne etero sono sole quando vengono aggredite, le lesbiche sono spesso in due, ovvero visibili in quanto lesbiche.

Gli spazi pubblici sono quindi i luoghi più pericolosi per le lesbiche, che vengono aggredite:

  • il 21% alla fermata dell’autobus,
  • il 25% in ristoranti o bar per etero,
  • il 26% durante un viaggio,
  • il 18% nei pressi di locali gay o di sedi di associazioni per lesbiche o gay

Numerose associazioni lesbiche e gay ricevono regolarmente telefonate minatorie, danneggiamenti materiali, scritte sui muti, etc. di origine lesbofobica.

Le conseguenze della violenza contro le lesbiche

Le lesbiche sanno che gli attacchi lesbofobici sono quotidiani, per questo utilizzano strategie che hanno appreso dalla loro socializzazione in quanto donne, per difendersi dal sessismo quotidiano: il controllo dei propri comportamenti e della propria apparenza.

  • Il 75% delle lesbiche evita di mostrare tendenze in pubblico,
  • il 66% dice di ascoltare innanzitutto le opinioni sull’omosessualità delle persone prima di rivelare loro la propria identità psicosociale,
  • il 49% evita di parlare delle proprie relazioni amorose,
  • il 48% aspetta di farsi conoscere meglio per poi dire,
  • il 22% adatta la propria apparenza per non sembrare lesbica,
  • il 17% mente sul sesso della propria partner,
  • il 6% partecipa agli eventi sociali in compagnia di un uomo “alibi”.

Quindi, individualmente e collettivamente, le lesbiche si trovano sempre in una ambivalenza. Da un lato, l’invisibilità rappresenta una sicurezza momentanea, ma allo stesso tempo rafforza gli stereotipi e la disuguaglianza di potere. Dall’altro lato, la visibilità può rappresentare un pericolo imminente, ma allo stesso tempo un potenziale di emancipazione e cambiamento sociale e politico.

Ma le violenze contro le lesbiche non riguardano solo le lesbiche, perché essendo delle punizioni contro le donne che abbandonano gli stereotipi eterosessuali, queste violenze possono toccare tutte le donne, siano esse lesbiche o etero.

Un insulto utilizzato frequentemente per disciplinare le femministe troppo radicali è “lesbica”. Non è solo un insulto, ma anche una minaccia: dal momento che una femminista viene “identificata” come lesbica, può essere bersaglio delle stesse violenze che vengono fatte alle lesbiche.

È quindi nell’interesse di tutte le donne e le femministe di lottare contro la violenza verso le lesbiche.

Questo testo è liberamente tratto da irene Zeilinger, Tra visibilità e invisibilità: la violenza sulle lesbiche negli spazi pubblici – Congresso di Studi di genere “Donne e città”, Seminario “Sicurezza e insicurezza” – Tours, Francia 2002. realizzato per un progetto europeo di ricerca e di azione contro le violenze fatte alle lesbiche, finanziato dalla Commissione europea e dal Ministero tedesco per l afamiglia, i giovani, gli anziani e le donne.

www.garance.be/docs/020308entrevisibilite.pdf

le due ricerche da cui Irene Zeilinger ha preso i dati sono:

Centro di ricerca interuniversitario delle donne (1999): “Violenza contro le donne lesbiche: studi sulle discriminazioni e le violenze”, Ministero per le donne, i giovani, la famiglia e la salute del Land Nardrhein-Westfalen, Düsseldorf

Ohms Constance (2000): “Violenza contro le lesbiche”, Quer-Verlag, Berlin.

a cura del Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche

Tutti i martedì dalle 17.00 alle 23.00 su Radio Onda Rossa (87.900 fm) – Roma

www.ondarossa.infomfla@inventati.org

 

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