GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza – pdf

GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza [pdf]

GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza a cura di Jennifer Guglielmo e Salvatore Salerno è edito da Il Saggiatore, ma il cartaceo è ormai fuori catalogo. Siccome ci tenevo molto a che venisse letto e diffuso, ho fatto “un paio di giri” e finalmente eccolo – di nuovo – online (più giù ringraziamenti) 🙂

cover-2%2c-toc-1-copia“Sin dall’inizio, il nostro obiettivo è stato quello di creare uno spazio per un lavoro culturale antirazzista d’equipe. Il risultato è un nutrito dialogo pubblico e la prima antologia mai pubblicata dedicata al rapporto specifico e peculiare che gli italiani hanno avuto con la razza in America.

Per rappresentare il libro abbiamo scelto il titolo Gli italiani sono bianchi? Perchè mette sul tavolo la questione della pratica del razzismo da parte degli italiani americani e pone la domanda: continueremo a scegliere la bianchezza? Il titolo rimanda anche alle complesse e contraddittorie esperienze vissute dagli italiani rispetto alla razza negli Stati Uniti, dove hanno sperimentato sia le pesanti discriminazioni razziali, sia i molti privilegi della bianchezza.” da GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza – Introduzione Bugie bianche, verità scure di Jennifer Guglielmo

Ripeto come un disco rotto che il fatto che le voci e le esperienze della migrazione non tornino (quasi) mai indietro o comunque non vengano raccolte nel luogo “di partenza” sia una grossa mancanza, una perdita…quindi leggere finalmente delle storie che si fanno largo, muovendo “dall’altra parte” è come una boccata d’aria, tanto più per le questioni che sono andate a sviscerare.

Queste voci sono importanti e preziose perché ci raccontano una storia molto più articolata di quella che conosciamo, e una storia che è anche la nostra. Ci spiegano come la linea del colore, costruita negli Stati Uniti, sia una divisione di potere, legata non solo al fattore “razza”, o etnia, ma a quello di provenienza, alla classe, ai processi di colonizzazione. Se dagli USA questa costruzione sociale e politica ha rimbalzato negli immaginari, percezioni, politiche del resto del Mondo, al contempo la sua costruzione negli Stati Uniti è stata influenzata anche da pregiudizi e politiche dei luoghi di origine delle persone migranti, per cui nel caso degli/le italianx americanx le politiche di razzializzazione del Sud, della Sicilia e della Sardegna attraversarono l’Atlantico e pervasero il modo di pensare dei bianchi nati sul suolo americano.

E ci danno anche una visione che è un’opportunità che chi emigra/migra conosce bene: una differente lettura di “sé” non solo grazie ad un contesto differente rispetto a quello da cui si è partitx, ma attraverso gli occhi dell'”altro da sé”, o meglio ancora degli “altri da sé”. E’ un qualcosa che contribuisce a ridefinire le proprie identità, è a volte straniante ma molto molto interessante.

“Praticamente tutti gli immigrati italiani sono arrivati negli Stati Uniti senza essere consapevoli dell’esistenza della linea del colore. Ma impararono in fretta che essere bianchi significava riuscire a evitare molte forme di violenza e di umiliazione, assicurarsi, tra gli altri privilegi, l’accesso preferenziale alla cittadinanza, al diritto di proprietà, a un’occupazione soddisfacente, a un salario con cui si poteva vivere, ad abitazioni decorose, al potere politico, allo status sociale e a un’istruzione di buon livello. <<Bianco>> era sia la categoria nella quale erano più frequentemente collocati, sia una consapevolezza che adottarono e respinsero allo stesso tempo.” dall’Introduzione Bugie bianche, verità scure di Jennifer Guglielmo

Amo molto questa raccolta. Per quello che significa per me individualmente e per quello che ci porta per una risignificazione collettiva.

Penso che ci dia un utile cambio di prospettiva sulle questioni relative alla “razza”, alla classe, alle colonizzazioni, al proprio collocarsi e riconoscersi nella Storia e nei processi contemporanei, in particolare come persone legate all’esperienza degli italianx americanx ma più in generale per il valore che queste storie hanno al di là del fatto che ci coinvolgano o meno. Partendo dal mio definirmi come sarda, penso che questa storia ci riguardi anche se nello specifico non sono emigratx o oriundx sardx a raccontarla, apparteniamo però alle popolazioni e categorie sociali che l’hanno condivisa. Sono convinta che queste storie ci diano delle chiavi di lettura nuove, per ripensarci e riposizionarci, capendo che spesso la lettura della storia non ha un solo verso, e che gli stessi soggetti possono avere ruoli differenti, scelte collettive e individuali praticabili. Mi riferisco anche ai processi di colonizzazione, che non solo abbiamo subito ma ai quali abbiamo anche preso parte, e coi quali dovremmo confrontarci…riconoscersi come soggetti colonizzati non ci esime infatti dal mettere le mani sulla storia delle colonizzazioni in Africa – negate e nascoste sotto il tappeto – alle quali anche italiani del Sud, i Siciliani e i Sardi hanno preso parte.

Sono felicissima di pubblicare sul blog quest’antologia di scritti preziosi, e anche se il lavoro non è mio faccio un paio di ringraziamenti:

intanto grazie infinite a Jennifer Guglielmo per il suo lavoro, per aver reso fruibili incontri, pensieri, storie realizzando con altrx questa raccolta e per aver acconsentito a diffonderla in rete. Grazie ad Edvige Giunta per avermi messa in contatto con lei.

Ringrazio Bà perché a questo sono arrivata anche grazie ai confronti con lei, per avermi regalato un’altra raccolta di testi di scrittrici italiane americane anni fa e per avermi passato inizialmente Gli italiani sono bianchi? in pdf, che aveva scaricato a suo tempo da un blog che ora non si trova più e grazie a “Purroso”, del suddetto blog che ha scansionato e rielaborato. E poi Roberto ché mi ha risolto l’appiccico delle parti di pdf e Paolo per la traduzione di questa mia breve introduzione.

Spero vivamente che questo scritto sia riconosciuto per il suo valore nella costruzione di una letteratura ed immaginari post coloniali in Italia come in Sardegna.

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“Are Italians White?: How Race is Made in America”, edited by Jennifer Guglielmo and Salvatore Salerno, was published by Il Saggiatore, but the paper edition is by now out of print. Since I really wanted it to be read and spread , I did some research and finally here it is – again – online (acknowledgements at the bottom) 🙂

51zyyxqwgal-_sx331_bo1204203200_<<From the very beginning, our goal has been to create space for collaborative anti-racist cultural work. What has resulted is a rich public dialogue and the first anthology ever published that addresses the particular and distinct relationships Italians have had to race in America.

This book emerges not only out of a sense of community that exists among the authors here, but also from family. My brothers Tom and Mark have essays here because they too have devoted their lives to fighting racism through their own critical work in history and music to challenge Italian American whiteness. In this way, we re-envision the “tradition” of Italian devotion to the family in a way that challenges cultural codes of “protective” silence. Rather, in many of the essays here, the family emerges as a site of oppositional political practice and at the very heart of healing.

We have chosen the title Are Italians White? to represent the book because it interrogates the practice of racism by Italian Americans and asks: will we continue to choose whiteness? This title also marks the complex and contradictory experiences that Italians have had with race in the United States, having lived through both harsh racial discrimination and the many privileges of whiteness.>>
From Are Italians White?: How Race is Made in America, Introduction – White lies, dark truths by Jennifer Guglielmo

As I always say, the fact that the voices and experiences of migrations are (almost) never coming back, neither are they gathered in their “starting” place, is a huge fault and loss… Thus, to finally be able to read some stories who shift themselves, moving “towards the other side” is like catching fresh air, all the more so because of the issues they investigated.
These voices are important and valuable because they tell us a story which is much more cogent than the one we know, and a story which is also ours. They explain us how the line of color, built in the United States, is a power boundary, not only liked to the “race”, or ethnicity, but also origin, class, colonization processes. While this social and political structure bounced from USA to the collective consciousness, perception, policies of the rest of the World, its structuring in the United States was also affected by prejudices and policies of the migrant peoples’ homeland. Speaking about Italian Americans, racialization policies of Southern Italy, Sicily and Sardinia crossed the Atlantic Sea and permeated the mindset of the whites born in the American soil.
Moreover, they give us a vision which is an opportunity well-known by the people who e/migrate: a different view of the “self” not only thanks to a different contest from the one where they came from, but also through the eyes of the “other than self”, or better still, the “others than self”. It is something which helps redefining our own identities, it is sometimes alienating, but really really interesting.

<<Virtually all Italian immigrants arrived in the U.S. without a consciousness about its color line. But they quickly learned that to be white meant having the ability to avoid many forms of violence and humiliation, and preferential access to citizenship, property, satisfying work, livable wages, decent housing, political power, social status, and a good education, among other privileges. “White” was a category into which they were most often placed, and also a consciousness they both adopted and rejected.>>
From Introduction, White lies, dark truths by Jennifer Guglielmo

I love this anthology. For what it means for me individually, and what brings to us for a collective re-signification.
I thinks it gives us an useful shift of point of view on the issues related to “race”, class, colonizations, to one’s own placing and recognizing in the History and contemporary processes, particularly as people related to the experience of the Italian American, but more generally for the value which this story have whether they involve us or not.
Beginning from my considering myself as Sardinian, I think that this story concerns us even if it’s not Sardinian migrants telling it, since we belong to the peoples and social categories which shared it. I am committed that these stories give us new reading keys, to rethink and re-place ourselves, understanding that often a history’s reading is not unambiguous, that the very same individuals can have different roles, feasible collective and individual choices. I also refer to the colonization processes, which we not only suffered but also took part in, and to which we should address… Recognizing ourselves as colonized subjects does not exempt us from getting our hands on Africa colonization history – neglected and hidden under the carpet – to which also Southern Italians, Sicilians and Sardinians took part.

I am so glad to publish in my blog this anthology of valuable writings, and even if the work is not mine, I want to to some acknowledgemens:
first of all, infinite thanks to Jennifer Guglielmo for her work, for making these encounters, thoughts, stories usable by making these anthology, and to have aggred to share it on the web. Thanks to Edvige Giunta for putting me into contact with her.
I thank Bà because I got to this also thanks to our debates, for giving me another anthology of Italian American women writers some year ago and for giving me for the first time Are Italians white? on pdf, which she downloaded once from a blog which is now offline, and thanks to “Purroso”, from this very blog, who scanned and reworked. Finally, Roberto who solved the making of the pdf, and Paolo who translated this short introduction.


I really hope that this text will be recognized for its value in building a post-colonial literature and consciousness both in Italy and Sardinia.

 

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