La Sfamiglia – di Betsy Brown

Dopo tanto tempo pubblico nuovamente su questo blog, e ricomincio condividendo un testo importante, sia per le riflessioni che porta, sia perché questo termine “sfamiglia” lo abbiamo poi ereditato come lesbiche, queer, transfemministe ed utilizzato nei decenni successivi fino ad oggi. Sicuramente questa parola, che abbiamo scelto di portarci appresso per descrivere le nostre relazioni, ha radici più profonde e lontane nella pratica rispetto ai recenti anni ’90, ma mi sembra importante risalire alle genealogie di pensiero, linguaggio e pratiche. Mi preme in particolare il ricercare le storie lesbiche dimenticate, o dimenticate in modo selettivo per cui spesso si perde per strada che determinate riflessioni, esperienze, teorie sono state pensate, scritte, vissute appunto da lesbiche – o anche da lesbiche-, si tende insomma ad omettere questo non-dettaglio qua (non starò qui adesso a scrivere i perché).

La Sfamiglia è stato tradotto e pubblicato in Memoria irregolare – Vent’anni di testi lesbici selezionati da Bollettina del CLI, “Una raccolta edita nel 2002 e ristampata nel 2011 da BLI, Biblioteca Lesbica Inevitabile – progetto delle Associazioni CLI e Azione Gay e Lesbica, che ripercorre i vent’anni di testi lesbici selezionati dalle pagine della Bollettina del CLI . Un progetto nato per raccogliere in un volume testi difficilmente rintracciabili in Italia e conseguentemente per rimetterli in circolazione, nel ventesimo anniversario della Bollettina.”

Il testo originale é The Unfamily, di Betsy Brown, scritto nel 1994 per la rivista lesbofemminista Lesbian Contradictions.

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Nacimiento de América Latina * di Natalia Cabezas

Condivido con ammirazione il lavoro di sferruzzamento e performance dell’artista cilena Natalia Cabezas che, come una sciamana, ha elaborato tramite la sua arte il potente momento del parto e della nascita, come sapere femminile ancestrale da riscoprire e vivere apprendendo la conoscenza dai nostri stessi corpi.

Grazie a Natalia per il suo magnifico lavoro, per averlo condiviso e trasmesso.

E grazie a Zuanna Maria Boscani per avermela fatta conoscere, e a Mari e Massi per aver tradotto e revisionato questa intervista.

L’originale in castigliano la trovate qua: http://hysteria.mx/nacimiento-de-america-latina/

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GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza – pdf

GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza [pdf]

GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza a cura di Jennifer Guglielmo e Salvatore Salerno è edito da Il Saggiatore, ma il cartaceo è ormai fuori catalogo. Siccome ci tenevo molto a che venisse letto e diffuso, ho fatto “un paio di giri” e finalmente eccolo – di nuovo – online (più giù ringraziamenti) 🙂

cover-2%2c-toc-1-copia“Sin dall’inizio, il nostro obiettivo è stato quello di creare uno spazio per un lavoro culturale antirazzista d’equipe. Il risultato è un nutrito dialogo pubblico e la prima antologia mai pubblicata dedicata al rapporto specifico e peculiare che gli italiani hanno avuto con la razza in America.

Per rappresentare il libro abbiamo scelto il titolo Gli italiani sono bianchi? Perchè mette sul tavolo la questione della pratica del razzismo da parte degli italiani americani e pone la domanda: continueremo a scegliere la bianchezza? Il titolo rimanda anche alle complesse e contraddittorie esperienze vissute dagli italiani rispetto alla razza negli Stati Uniti, dove hanno sperimentato sia le pesanti discriminazioni razziali, sia i molti privilegi della bianchezza.” da GLI ITALIANI SONO BIANCHI? Come l’America ha costruito la razza – Introduzione Bugie bianche, verità scure di Jennifer Guglielmo

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La violenza sulle lesbiche negli spazi pubblici

VROOOM! – da Buffy the Vampire Slayer (1992)

Pubblico di seguito un volantino prodotto qualche anno fa da MFLA – Martedì Autogestito da Femministe e Lesbiche di Radio Onda Rossa. I materiali che parlano di violenza contro le lesbiche sono pochi quindi con piacere lo diffondo anche se i dati sono da aggiornare (ma il discorso resta valido). Questa analisi mette in luce una questione che non si sottolinea abbastanza, e cioè che il nostro primo problema, l’invisibilità, è essa stessa una forma di violenza.

Voglio accompagnare il documento, oltre che con un fantastico video di Buffy, con questa frase: <<Come gruppo lesbico riteniamo che la lesbofobia è alimentata anche dalle femministe istituzionalizzate e non che agiscono persuase che sia inopportuno utilizzare il termine lesbica perchè deterrente verso l’avvicinamento di altre donne, dimostrando quindi di ignorare radicalmente il valore politico della visibilità.>> da “Lesbofobia – I mandanti, gli esecutori” a cura di Fuoricampo Lesbian Group.

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È nell’interesse di tutte le donne lottare contro

le violenze contro le lesbiche

definiamo come “violenza” tutti quegli strumenti di potere e di controllo, tutti quei comportamenti e quelle strutture che hanno un impatto negativo sul benessere e sulla salute spirituale, mentale e fisica delle persone.

Le violenze contro le lesbiche includono le molestie verbali e sessuali, gli stupri, così come la non accettazione, il rifiuto pubblico, l’esclusione dal mercato del lavoro, dal sistema di assistenza media o sociale, etc.

Le violenze contro le lesbiche non possono essere considerate solo come aggressioni individuali. Le violenze contro le lesbiche devono essere considerate non come una violazione della norma, ma come un prolungamento della norma sociale stessa, che manifesta e rinforza l’ineguaglianza di potere.  Continua a leggere

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Bonàrcadu – fraigare un immaginàriu nou

(…) S’importàntzia de s’immaginàriu. Apo imparadu dae sas lèsbicas chi sa cultura creativa est una risursa de fundamentu po su movimentu, ca permitit de costrùere e/o decostrùere s’istòria nostra moende dae nois comente sugetos. Si su chi nos tzircundat non nos ispricat, tocat a nois a nos àutu-rapresentare. (…)

Sa relata mia pro sa Festa de sa Limba Ufitziale de ocannu a su link:

http://salimbasarda.net/atualidade/bonarcadu-e-simmaginariu-de-sas-lesbicas/

[coladu carchi annu, ponzo sa relata intrea peri inoghe in su blog miu:] Continua a leggere

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Suta ‘e s’ajone

Nei giorni 5/6/7 dicembre 2015 al Museo_MAN ho avuto la possibilità di partecipare ad un workshop di fotografia sull’autorappresentazione con Zanele Muholi e Lindeka Qampi, in Sardegna grazie alle residenze d’artista: due fotografe sudafricane note a livello internazionale per il loro attivismo visivo legato alla sperimentazione e all’utilizzo dell’autorappresentazione come metodo e processo narrativo per l’autodeterminazione delle proprie comunità, dando visibilità a culture emarginate e discriminate, nell’ottica di un riscatto estetico, visivo e sociale.

Questa la proposta: “Durante il workshop verranno affrontate diverse tematiche: dall’attivismo visivo all’archivio di una comunità, dal racconto di famiglia all’autoritratto, fino all’era digitale del selfie (self-identification). Si parlerà inoltre di attivismo, comunità, partecipazione, azione, responsabilità sociale.”  Continua a leggere

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Punti di svolta – una memoria del 3/11/2015 a Teulada

E sì, per chi non ha seguito: abbiamo lanciato i nostri granelli di sabbia nell’ingranaggio e ce l’abbiamo fatta a bloccare, almeno per un pò, l’esercitazione NATO Trident Junctur! In una giornata che è già diventata “storica” e che si spera inauguri una prassi sempre più diffusa.  E’ passata quasi una settimana, ho rivisto video e foto, letto resoconti, avrei voluto scrivere anche io qualcosa sulla manifestazione del 3 novembre 2015 a Teulada, ma non ci sono ancora riuscita…così riporto una memoria di una compagna che mi emoziona ogni volta che la leggo. Potete trovare altre memorie sulla giornata del 3 a questo link: https://nobordersard.wordpress.com/2015/11/05/raccolta-di-scritti-contributi-pensieri-sul-3-novembre-in-aggiornamento/

Punti di svolta

Eccola, la Trident Junctur.

L’esercitazione militare Nato, in cui si preparano distruzione e morte di oggi e di domani, ma anche la gestione futura di ricostruzione del capitale, in allegra combriccola con Croce rossa e associazioni umanitarie non governative. L’esercitazione che permette di concludere affari d’oro alle industrie belliche che vendono agli stati dell’alleanza sempre più sofisticati strumenti di morte.

Eccola ora anche ai nostri cinque sensi, con le esplosioni in lontananza, i droni, gli elicotteri che si guastano in volo, il rombo degli aerei, le navi da guerra e i sottomarini parcheggiati nel porto di Cagliari.

Eccola nelle strade, nell’emergere di un apparato di controllo imponente, invadente.

Repressioni preventive, dalle richieste di sorveglianza speciale ai fogli di via, dai minacciosi proclami mediatici a questi imponenti check point, alle perquisizioni, alle minacce che ci accompagnano lungo la strada.

Però. Però si va, e siamo sempre di più. E il nostro modo di andare possiede delle qualità decisamente differenti da quelle dell’enorme nemico che combattiamo.

Qualità che chi passa la vita a prendere e a dare ordini non potrà mai capire, e che li rende, proprio per questo, vulnerabili.
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– NATO + QUEER

by anonimo SkalmaNato

by anonimo SkalmaNato

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Comunicato Assemblea Antimilitarista di Femministe e Lesbiche – No Trident Junctur

Domenica 25 ottobre 2015, a Cagliari, c’è stata una prima Assemblea Antimilitarista di Femministe e Lesbiche contro la Trident Junctur.

Percorsi, vissuti e generazioni differenti si sono incontrate: tante idee, proposte e la certezza di partecipare alla manifestazione del 3 novembre a Teulada!

Ci saremo, ognuna con i suoi desideri, modalità e pratiche. E avremo un nostro striscione di riferimento!

Aggiornamenti in corso d’opera.

Assemblea Antimilitarista di Femministe e Lesbiche

<Non possiamo permetterci di avere rimpianti! (cit.)>

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25 ottobre 2015 ASSEMBLEA DI FEMMINISTE E LESBICHE CONTRO LA TRIDENT JUNCTUR

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A Cagliari: dopo la due giorni in Magistero,

domenica mattina 25 ottobre 2015

ASSEMBLEA DI FEMMINISTE E LESBICHE CONTRO LA TRIDENT JUNCTUR

Appuntamento alle 10 alle scalinate della Facoltà di Studi Umanistici (Sa Duchessa),        da là decidiamo dove stare, in base al tempo e a quante siamo.

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