FAITH_Isola Mutante
E’ con Faith, fede, che chiude la trilogia dedicata a Isola Mutante, pensata ed ospitata da Askosarte nell’Open Space di Solarussa (OR).
Anche stavolta il tema proposto mi ha interrogata e stuzzicata, anche se l’ho sentito meno “addosso” rispetto all’elaborazione a cui mi aveva portata Fear (vabbè che mi ero ricoperta di scritte, direte, più addosso di così…).
Forse perchè io questa “fede” non riuscivo proprio a raggiungerla, o semplicemente non mi interessava farlo- anche se devo dire che mi è piaciuta molto la lettura che ha dato Alice Rivagli nella sua introduzione a Faith, quando distingue tra “vera” fede < come opportunità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, della saggezza e della beatitudine> e invece la credenza-.
Sono quindi andata qua e là a realizzare foto di visioni ed idee varie, accompagnata negli scatti da Melkioro, ma non ho realizzato che una piccola parte dei miei vaneggi. Insomma ci siamo divertit* e per il resto c’è (forse) sempre tempo ma sono rimasta insoddisfatta!
No, non sono riuscita ad acciuffare quel qualcosa, anche se le idee erano tante e le interpretazioni e le letture potevano spaziare all’infinito. E vabbè, il lavoro che ho proposto alla fine mi è comunque piaciuto, così come l’accompagnamento scelto dai curatori della mostra.
Qualche immagine del mio lavoro Ovunque proteggimi (fotografie) + installazione annessa e connessa posizionata ad hoc da Askos!
Questa invece la metto su perchè mi risuonava mentre cercavo un titolo, andava da sé…quindi sorbitevela pure durante la lettura…
http://www.youtube.com/watch?v=BCffJMfGCNw
All’inaugurazione, molto partecipata, tra chiacchiere, vernaccia e cioccolato (per non parlare del buffet veg, ma questa è un’altra storia) mi hanno anche stavolta incuriosita le altrui letture del tema.
Ad un primo veloce giro non potevano non colpire le molte croci e la grossa parte di riferimenti, per forza di cose – territorio, storia e cultura, c’è poco da fare insomma- alla cristianità. Ma non solo.
Il tutto in un’esposizione articolata fra suoni, visioni, anche caratterizzata da un sapore e un profumo di felicità eheheh.
Per chi se la perde, svelo che infatti nella prima stanza si trova l’opera di Daniela e Francesca Manca di cui una parte è come fede/tentazione/pace dei sensi sotto forma di rosarione gigante di CiOcCoLaTo…accompagnato (per l’inaugurazione) anche dalle parti “venute male”, mangiabili per la gioia dei presenti.
Nello spazio all’ingresso invece la mia opera si accompagna con quelle di Sara Giglio Menstruum, e di Cinzia Carrus TRITTICO_”Fàtima”, 2496 (The Extraterrestrial Highway) e “Lourdes”, 65100.
Io amo molto i lavori con il e sul ciclo mestruale, per cui nuovamente in brodo di giuggiole (come per Fear) per la pungente elaborazione di Sara, che ripercorre le date del suo ciclo durante un anno solare che si concludono, casualmente, proprio il 25 dicembre, identificato come giorno di nascita di molteplici divinità (compreso Gesù Cristo) e giorno del Sol Invictus.
Per visionarla: Menstruum
Oltre alle opere, nella parte alta dell’Open Space è stato anche proiettato un frammento de Il Cristo proibito:
Il Cristo proibito è l’unico film realizzato da Curzio Malaparte per la Excelsa Film di Roma. Malaparte può esserne considerato unico autore, infatti curò il soggetto, i dialoghi, la sceneggiatura, il commento musicale e la regia. Il film come le sue opere scritte, scatenò polemiche, e la critica si pronunciò con giudizi contrastanti, ma le cinque edizioni (italiana, francese, inglese, spagnola, tedesca) valsero alla pellicola un successo fuori Italia e il Gran Premio d’Onore Fuori Classe al Festival Cinematografico di Berlino nel 1951.
Metto sù pochi commenti e poche foto (una di Cinzia Carrus e le restanti mie) per invogliarvi ad andare a vedere la mostra!
Infine un appunto felice corredato da foto non può che essere dedicato a Scodino, assistente responsabile dell’Open Space che ha ricevuto con lo stesso calore e attenzioni tutte le persone ospiti della serata. E’ stato anche sorvegliato stretto per non ingolfarsi col sacro cioccolato (!!!).
Protagonista di molte opere di Michele e Chiara, ecco Scodo in una foto di Cinzia Carrus:
Moju
FAITH
BARBARA ARDAU E MIMMO DI CATERINO_CINZIA CARRUS_SARA GIGLIO_IPERPLASTICOL_LUCIDEDDU
DANIELA E FRANCESCA MANCA_MICHELE MARROCU_TONINO MATTU
MICHELE MEREU_MOJU MANULI_ALESSANDRO MELIS_VALERIA MURGIA
GIANMARCO PORRU_ALFREDO TANCHIS
a cura di ALICE RIVAGLI
“La (vera) fede distrugge tutte le credenze, di cui vede la radice menzognera, a servizio dell’egoità.”
(Marco Vannini)
Con FAITH chiude la trilogia di mostre dedicate a ISOLA MUTANTE, Rassegna di arte contemporanea che indaga la famiglia (Fathers), la società (Fear) e la fede (Faith), in relazione allo sviluppo della personalità umana.
In esame l’imprescindibilità del ‘credere’, comune ad ogni uomo, pre-religioso e laico, e i suoi innumerevoli possibili esiti: dalla potente pulsione a ri-cercare, che può sfociare in rivelazioni artistiche o scientifiche, alle possibili degenerazioni del credere, quando questo, opponendosi in modo drastico alla ragione critica, degradi in qualsiasi forma di integralismo, fanatismo (religioso e non), messianismo, idolatria, escatologia, o in psicopatologie farneticanti.
Per lo studioso Marco Vannini, la (vera) fede – compresa la fede cristiana, paradossalmente riconosciuta dalle indagini psicologiche come irriducibile ad una delle tante forme del semplice credere, e ai processi psichici sottostanti al bisogno umano di affidamento – annienta qualsiasi tipo di credenza. E quando questa è volontà di verità, non può fare a meno di guardare in faccia la realtà, scoprendo che quella credenza è desiderio di consolazione e rassicurazione, frutto del desiderio di permanenza di un ego che si sente debole e incerto e che perciò cerca “salvezza” nel rimando ad altro fuori di sé, restando così sempre nell’attesa, nell’anelito. La fede, allora, non produce affatto credenze ma, al contrario, le sgomina, smascherando come menzogna anche l’immaginazione teologica. Ripulisce dal superficiale e dall’accidentale – (comprese le falsità religiose) terreno di separatezza, spesso di opposizione e scontro – per ricreare quella dimensione essenziale, universale e spirituale dell’uomo (che si esprime nella mistica) luogo d’incontro e di unione.
Esperienza, quella mistica, che niente ha da spartire con la devozione, e meno ancora con la vita religiosa, l’irrazionale, l’esoterico, l’eccezionale, perché è Via del distacco che conduce all’unità profonda con l’infinito… contenitore di una non celata esplosività che può esser vista anche come profanazione inaudita: non come altissima pietà ma come superbo ateismo; non come compimento della religione ma come sua distruzione.
La (vera) fede come opportunità di percorrere in prima persona il cammino dell’interiorità, della saggezza e della beatitudine è una luce che tutto pervade, in libero e gioioso movimento in mezzo agli opposti, ovvero al di sopra di essi, signora dell’identico e del diverso, del bene e del male, del particolare e dell’universa.
Lo stesso San Tommaso, del resto, nel giorno di San Nicola dell’anno 1273, affermava che tutta la nostra conoscenza può soltanto aprire la porta su nuove domande e che ogni scoperta è soltanto l’inizio di una nuova ricerca.
Alice Rivagli
dal 23 febbraio al 2 marzo 2014
Project Space Askosarte
Via Trento, 16, SOLARUSSA (ORISTANO)
INAUGURAZIONE 23 febbraio 2014 ore 18.00
I n f o 3240579940/3420063562
askosarte@yahoo.it
www.askosarte.it
APERTO TUTTI I GIORNI DALLE 18.00 ALLE 20.00
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