Body Circus *Poisson Rouge – L’Essenza*
BODY CIRCUS
Oristano – Pinacoteca comunale “Carlo Contini”
6 giugno 2014 – 19 luglio 2014
Per Body Circus ho rimesso le mani in un tema viscerale: il corpo, la sua rappresentazione, l’identità centrata nel corpo, inscindibile, corpo che mi appartiene, che sono io, me. Interpretato e adeguato, dentro e fuori, principale punto di vista sul Mondo, luogo di interazione con questo, di limitazione e di libertà.
Sono partita da me, e così quello che ho portato è il mio corpo, di tonalità varie, principalmente olivastro, peloso qua e là, anche grasso, con indosso un vestito usato che mi piace e mi dà l’idea di indossare una veste d’acqua agitata da pesci rossi, popolata da fiori. Con la vagina scoperta e il sangue mestruale, sangue pulito di cicli lunari che segue i suoi passaggi fluidamente, il mio corpo-io si sottrae, nella forma e nell’azione, alla costruzione e al modellamento, non solo fisico, che la società ha previsto per la “fabbricazione” di una donna che prenda posto in un certo ordine sociale e cosmico (e alla quale corrisponde un uomo altrettando regolato).
Tabù, doppi tabù sciolti in un pigro gesto.
“Il rituale di esposizione delle pudenda come arma di resistenza femminile ha un’origine mitologica e si è riprodotto come elemento di conflitto in un numero significativo di lotte contro il potere patriarcale sessuofobico non solo in Occidente
Il gesto di alzarsi le gonne e insegnare la vulva (chiamato appunto anasuromai o anasyrma) ha origine nei culti arcaici della Dea e ricorre, con le opportune modificazioni contestuali, nei miti e nelle leggende di tutto il mondo.” (da Ana Suromai , di Slavina)
Atto rituale pieno di potere, di energia erotica e armonizzante femminile, quello di mostrare la vulva era considerato qualcosa di coraggioso e forte, una sorta di rito magico di ottimo augurio, capace di scacciare le sventure e i malesseri, purificare dalle disarmonie, proiettando felicità e ogni buona virtù. “Sembra che in ogni parte del mondo le donne, ispirate dall’amabile Dea e unite nell’anima da un luminoso filamento d’argento, svolgessero gli stessi riti e gli stessi gesti sacri. L’anasyrma, con la sua energia voluttuosa e benefica, era uno di questi, e molti racconti mitologici, nonché rituali la cui conoscenza è sopravvissuta sino a noi, ne conservano tuttora la memoria.” http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dea_anasyrma.htm
Anche il fluire del mestruo ha una sua forza e sacralità che da sempre atterrisce: misterioso, sgorga spontaneo e generoso senza ferita che lo produca.
Il sangue mestruale è stato ed è, a seconda delle culture e delle epoche, considerato magico. In molte antiche cosmogonie la razza umana veniva creata dall’argilla e dal sangue, ad opera della Dea, e prima dell’era patriarcale, il passaggio delle donne con le mestruazioni e “con l’intimità priva di veli”, assicurava la fecondità della terra (e a differenza dell’uccisione di animali o umani non richiedeva alcun sacrificio). Era evidente che il sangue fosse l’essenza della vita, anche perchè la donna era fertile finchè vi era sangue. In seguito il mestruo venne poi però considerato impuro, pericoloso, sporco, qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi, ma comunque qualcosa di potente, capace di impedire lievitazioni o ancora ingrediente fondamentale per filtri magici.
Ancora oggi, nella stessa “società occidentale” della quale facciamo parte, il tabù mestruale rimane. Eppure questo sangue così ambivalente ed affascinante è l’unico sangue “pulito” (inizialmente avevo infatti pensato di intitolare l’opera “sambene netu”), è sangue di vita, non è legato a violenze, abusi, guerre o macellamenti, di persone o di animali, nulla ha a che vedere con il sangue di morte.
Moju