“In quanto mestiza, non ho paese, la mia patria mi ha esclusa; eppure tutti i paesi mi appartengono, perché di ogni donna sono la sorella o l’amante potenziale (in quanto lesbica non ho razza, il mio stesso popolo non mi riconosce; ma sono tutte le razze, perché in ogni razza c’è il diverso in me). Sono senza cultura perché, in quanto femminista, sfido le credenze collettive cultural/religiose di orginine maschile tanto degli indo-ispanici quanto degli anglos; eppure sono piena di cultura perché partecipo alla creazione di una cultura ulteriore, di una nuova storia del mondo e della nostra presenza in esso, di un nuovo sistema di valori le cui immagini e simboli ci connettono le une alle altre ed al pianeta. Soy un amasamiento, sono l’atto di impastare, di unire e di mettere insieme, da cui ha preso forma una creatura che appartiene sia al buio, sia alla luce, ma anche una creatura che mette in discussione la definizione di luce e di buio e ne cambia il significato.”
La conciencia de la mestiza – Gloria Anzaldua
Referenti – A chi è indirizzata questa lettera:
Scrivo questa lettera rivolgendomi alle sorelle e alle amanti, alle femministe, alle lesbiche e alle altre donne, a gay, trans, queer e favolosità di ogni sorta; mi rivolgo in primis a chi popola quest’Isola, e lascio che la mia voce vada oltre, perché le questioni di cui vi scrivo ci riguardano tutte e tutti. (Userò il femminile politico, sentitevi inclusi).
La mia vorrebbe essere una chiamata alla partecipazione individuale e collettiva per la costruzione di teorie e pratiche antimilitariste condivise, cosa che sento in questo momento ancora più urgente del solito visto che siamo in piena Trident e, se il Sud Europa ne è interessato tutto, la nostra Isola, la Sardegna, ne è il teatro concreto di esercitazione. Continua a leggere→